di Mariangela Ziller, Sales & Customer Solutions Director di Deda.Cloud
"Arrivano
gli yankees a contestare GAIA-X": questo l'oggetto di una mail interna
inviata all'attenzione del management di Deda Cloud in settimana, per segnalare l'articolo che la MIT Technology Review ha dedicato qualche settimana fa
ai pericoli che secondo questo autorevole attore sono collegati alla
discussione che da questa parte dell'oceano si sta facendo da qualche mese
attorno al Cloud europeo e, ancor prima, alla strategia europea dei dati.
L’articolo
si apre con questo passo:
"The Balkanization of the
Cloud is bad for anyone -
As more countries require data to
remain within their borders, the cloud will become harder and more expensive to
access"
In
questi termini poi l’autore si riferisce a politiche molto diverse, dal confine
digitale della Cina al progetto GAIA-X, di fatto creando quella semplificazione
sbagliata che come europei e come attori responsabili del cloud ci fa sentire
l’urgenza di riportare i concetti al loro posto, anche perché dietro questi
distinguo c’è il processo culturale ed etico che pone da sempre l’Europa come
attore fondamentale del progresso umanistico.
L'articolo
contiene qualche affermazione incontestabile, come il fatto che i vantaggi del
Cloud sono apprezzati da milioni di imprese per la possibilità di ridurre i
costi e accelerare la loro operatività, ma si sviluppa agitando lo spettro
della sua chiusura e frammentazione a seguito delle politiche dei governi
europei che esorterebbero imprese ed enti a mantenere dentro i confini
nazionali i loro dati e i loro fornitori.
La
tesi è che con l’affermarsi di questo trend l'innovazione ne uscirebbe
compromessa e i consumatori di Cloud si ritroverebbero a sopportare maggiori
costi.
Il
tono generale, a cominciare da quel titolo così segmentante e caratterizzante,
con un nemmeno troppo sottile riferimento a brutte pagine della storia europea,
e le modalità di discussione della condivisibile necessità di confrontarci sui
rischi connessi alle policy, non rendono giustizia della discussione aperta,
profonda e molto seria che finalmente l'Europa ha avviato, certo non nei
termini riportati. Nel seguito del pezzo infatti GAIA-X e GDPR vengono
liquidati come iniziative protezionistiche e anticoncorrenziali, accostate alle
politiche della Cina nonostante Europa e Cina siano, antitetiche nel coniugare
sovranità tecnologica e libertà individuali e di impresa. Scusate, ma non ci
stiamo.
Ora,
chi scrive affonda le sue radici professionali nel Largo Consumo – al fianco di
grandi imprese del FMCG che negli anni Novanta aggredivano i mercati mondiali
con strategie di marketing all'insegna del "think global, act local".
Non ho nulla contro la globalizzazione intesa come l'internazionalizzazione del
business, né tanto meno mi sconvolgo se decidiamo di chiamare consumatori
quelli che sono imprenditori e pubblici amministratori.
Ma credo valga la pena
sottolineare che è di questo che stiamo parlando, di riflettere su cosa succede
quando i dati che vengono conservati sul Cloud non solo quelli del consumatore
- singola persona che decide più o meno coscientemente di cedere il possesso
dei suoi dati in cambio di un servizio, di un vantaggio o di un quarto d'ora di
celebrità sui social – ma anche i dati di aziende e di enti pubblici e ancor
prima i processi con cui decidono di competere sul mercato e di progettare
servizi a cittadini e imprese.
Essendo
i dati, quindi, rappresentazione di intere realtà aziendali (o popolazioni),
cui corrispondono determinati standard di civiltà e centralità del diritto, è
non solo lecito ma opportuno preoccuparsi che i dati non siano sottoposti ai
rischi derivanti dall’affidarli a soggetti sottoposti a giurisdizioni e giurisprudenze
diverse e meno rigorose nell’intendere la privacy e la protezione del dato.
Abbiamo
davanti a noi una grande opportunità di rivedere l'impatto sociale
dell'attività economica e il ruolo del pubblico nell'indirizzare l'evoluzione
della società. Questi 12 mesi di forzati cambiamenti ce l'hanno reso ancor più
evidente e la montagna di soldi con cui si finanzierà la ripresa lo renderà
possibile. La tecnologia così come la finanza non è intrinsecamente neutrale:
l'uso che si decide di farne e le regole stabilite per esso imprimono la
direzione e l'impatto delle scelte. In questo scenario, la capacità di agire con
un’etica matura e senza pericolose discontinuità sui diritti fondamentali rappresenta
un valore aggiunto e non un rallentamento, proprio perché gli impatti finiscono
per connotarsi di conseguenza.
Mentre
i governi europei stanno cercando insieme di controllare meglio l'impatto con
cui tecnologie, governo e controllo dei dati influiscono sulla competitività
delle imprese, con GAIA-X si costruisce all’interno del giusto perimetro
l'infrastruttura tecnologica ma soprattutto logica con cui i paesi europei, le
loro imprese e le loro amministrazioni coopereranno per rafforzare il loro
valore unico, indiscutibilmente attestato anche su capacità di
personalizzazione e di valorizzazione della diversità variamente espresse e
trasformate in prodotti e servizi offerti sui mercati mondiali. Non è una
discussione teorica ma una messa a fattor comune di pratiche, metodologie e
regole: lo spiegano altri meglio di me, come Luca De Biase, Antonella Santoro o
i colleghi di Dedagroup Public Services.
Il
Cloud non va considerato come un via vai di dati da una parte all'altra delle
frontiere, come il pezzo del MIT sembra suggerire: piuttosto, il Cloud che
aziende e cittadini chiedono è un modello economico che rende accessibili le
competenze IT migliori e i benefici che ne conseguono in ambienti accelerati.
Per
realizzare questa visione il ruolo dei Cloud Service Provider regionali è
cruciale e no, non rallenta l'innovazione. I CSP regionali e ancor più i
Managed Cloud Service Provider, come ci piace definirci in Deda Cloud, sanno
integrare le tecnologie dei migliori vendor con le esigenze più importanti dei
clienti, come l'accountability, la flessibilità finanziaria, le specificità dei
tanti mercati con cui lavoriamo ogni giorno. Il Cloud interoperabile al centro
della visione europea è un modello adatto alle aziende e alle public entities e
che non seguono un paradigma uguale in tutto il mondo, sia per via di
differenze importanti a livelli di compliance, normative, cultura che non
possono essere ignorate, sia perché in molti casi quel mercato sono i nostri
clienti i primi ad innovarlo.
Senza il
lavoro fatto dall'Unione Europea, in dialogo con gli attori del settore,
l'innovazione anziché essere reingegnerizzata e calata sulle esigenze di
aziende e cittadini rischia piuttosto di essere tagliata fuori per la sua
distanza dalla realtà. Anziché contrapporci richiamando (come ho volutamente
fatto nel titolo) i rispettivi stereotipi, dovremmo prendere spunto dai libri
di storia per disegnare un futuro che non metta a rischio l’evoluzione
raggiunta dalla civiltà europea, il cui contributo alla transizione verso un
nuovo modello di sviluppo può essere quello di imprimere una svolta profondamente
umanistica alla trasformazione digitale favorita dalle tecnologie sviluppate in
USA e non solo.
Cloud per noi di Deda Cloud è sinonimo di IT come servizio: flessibile, scalabile, sicuro. Libertà e cultura del dato sono i valori centrali della nostra proposta al mercato. Your Safe IT.