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L’evoluzione della supply chain, tra sostenibilità e tracciabilità

Intervistato in occasione dei FashInnovation Worldwide Talks, Luca Tonello spiega come digitale e tecnologia siano fondamentali per gestire le filiere del mondo Fashion

 

“Supply chain” è una delle parole chiave del 2022, per il mondo del Fashion. Già sotto i riflettori a causa della crescente richiesta di trasparenza e tracciabilità nella produzione dei capi da parte dei consumatori, il tema della catena del valore è diventato ancora più centrale a causa di eventi mondiali come la pandemia da Covid-19 e i conflitti geopolitici ora in atto, che ne hanno fatto emergere le vulnerabilità. 

Intervistato dalla giornalista Alyssa Hardy durante la settima edizione dei FashInnovation Worldwide Talks, tenutasi a New York, Luca Tonello, General Manager di Dedagroup Stealth e CEO di Zedonk, ha spiegato come digitale e tecnologia stiano supportando i brand nel rispondere a questa nuova complessità: facilitando, per esempio, il rapporto tra le aziende della moda e i propri fornitori, o tracciando i dati relativi a tutta la catena del valore, sin dalle sue prime fasi, per individuare le possibili debolezze e correggerle.

Un aspetto, quello della tracciabilità, che è profondamente legato a quello della sostenibilità. Il governo dei dati, infatti, consente non solo di misurare l’impatto di una determinata produzione sull’ambiente, ma permette anche di analizzare i propri modelli di business per renderli più sostenibili o, addirittura, circolari. Come nel caso del progetto “Please don’t buy” di Twinset, attivo oramai da alcuni anni, dove il brand è stata affiancato da Dedagroup Stealth per abilitare l’affitto di alcuni capi, in alternativa alla vendita.