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Si fa presto a dire resilienza: una storia di persone

 

“Grazie Valentina per le tue comunicazioni sempre puntuali, precise e equilibrate. E grazie all’azienda per quanto sta facendo in questo momento difficile per tutti” è solo uno dei tanti commenti che su Yammer abbiamo ricevuto dai colleghi sotto ai post con cui abbiamo tenuto aggiornate le linee guida di comportamento. Era il 10 marzo, l’inizio dell’emergenza nazionale, ma da giorni stavamo monitorando la situazione e proteggendo le persone e le operazioni nelle zone rosse e in quelle più a rischio.

Basterebbe questo a spiegare cosa abbiamo fatto: abbiamo tenuto aperto un canale di comunicazione attento e responsabile. Abbiamo mediato fra le sensibilità diverse, fra chi in Lombardia e in Veneto ci raccontava il timore di sottovalutare il virus e chi in altre geografie inizialmente pensava si potesse evitare di fermarsi. 

La cosa di cui vado più fiera è che il telelavoro – non lo smart working, ma il lavoro da casa, al sicuro, nel rispetto delle dotazioni di sicurezza; questa è la formula che preferiamo da sempre – lo abbiamo potuto garantire da subito. Non appena le scuole hanno chiuso, lo abbiamo esteso; e dopo pochi giorni abbiamo detto “non vi preoccupate: continueremo a seguire temporalmente e geograficamente le decisioni sulla chiusura delle scuole, perché non è da ieri che sosteniamo attivamente la conciliazione vita-lavoro”.

Quando è uscito il Protocollo di Intesa sulla salvaguardia della salute dei lavoratori, e abbiamo verificato quante persone avevamo negli uffici, il nostro censimento nelle 21 sedi del gruppo contava 65 colleghi su 1.500. Gli altri erano al sicuro a lavorare da casa.

#iorestoacasa noi lo facciamo così. Con Michela, Martina, Silvia e le altre colleghe del #dedateam HR. E voi?

#iorestoacasa #distantimauniti #coronavirusitalia #covid19