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Infrastructure as a Service: verso le soluzioni “in purezza”

In un mercato tecnologicamente evoluto, sono le modulazioni dell’offerta a fare la differenza e a soddisfare le nuove esigenze. L’articolo di Danilo Dicesare

 

Nelle aziende italiane sta crescendo l’attenzione sulla sicurezza dei dati, sia in termini di conservazione, sia di business continuity, scrive Danilo Dicesare, Head of Pre-Sales & SAM di Deda Cloud, in un articolo per BigData4Innovation. Il numero di attacchi informatici a danno di ogni tipo di settore industriale, infatti, è in costante aumento e il trend è destinato a crescere come risultato indiretto della forte attività sugli scenari internazionali, che solitamente ha un riflesso importante in termini di nuove minacce. 

Sulla scia di queste criticità, l’accelerazione che sta vivendo il mercato del cloud riguarda in particolare la componente IaaS, che oggi in Italia pesa circa 850 milioni di euro all’anno, con una crescita quasi doppia (+23%) rispetto al comparto SaaS, che vale 1,1 miliardi di euro ma ha una previsione di crescita del 13% per il 2022. Dallo storage, al backup, al disaster recovery, il segmento IaaS punta, infatti, a preservare e proteggere i dati delle aziende, adattandosi nel tempo alle nuove necessità e criticità del mercato. 

Per soddisfare le nuove esigenze alcuni provider di cloud computing stanno modulando in modo diverso la propria offerta. Il cambiamento riguarda la modalità di erogazione del servizio, e quindi non tanto la componente infrastructure quanto il suo modo di essere as-a-Service. Tra le offerte disponibili presso i provider se ne iniziano a trovare alcune che puntano sulla purezza della fornitura. Puntano, cioè, a fornire servizi a controllo non gestito che abbinano al pregio intrinseco del modello a canone anche la capacità di tranquillizzare e risolvere le criticità che le aziende percepiscono” afferma Danilo Dicesare.