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Open innovation, la UE lancia INTERLINK. In campo Dedagroup e Fondazione Bruno Kessler

Un progetto europeo per abilitare un nuovo modello di governance collaborativa e digitale con al centro i bisogni del cittadino.

 

Superare le barriere che impediscono alle amministrazioni di riutilizzare e condividere servizi con partner privati, sviluppando un nuovo modello di governance collaborativa, digitale e trasparente: è questo l’obiettivo di INTERLINK.

Questo progetto europeo di open innovation vede la collaborazione di un team internazionale, in cui l’Italia è rappresentata da FBK, nel ruolo di coordinatore, da Dedagroup Public Services e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per favorire la creazione di nuovi servizi condivisi che abbiano al centro i bisogni del cittadino saranno realizzati tre specifici casi d’uso che verranno applicati al MEF, al Ministero lettone per lo Sviluppo regionale e alla Città di Saragozza.

“Il progetto INTERLINK intende promuovere la collaborazione tra ricerca, industria, pubblica amministrazione e società civile, ed è un perfetto esempio del modello dell’innovazione detto quadrupla elica” spiega Matteo Gerosa, coordinatore del progetto e responsabile del gruppo di Project Management della Fondazione Bruno Kessler. “L’obiettivo di INTERLINK, e cioè lo sviluppo di modelli innovativi di co-gestione di servizi tra pubblica amministrazione e soggetti privati, è uno dei temi strategici della trasformazione digitale ed è di estremo interesse per il nuovo centro Digital Society di FBK.”

“Perché il progetto abbia delle reali ricadute positive è necessario che si considerino le esigenze di tutti gli stakeholder in gioco e che le soluzioni che ne deriveranno vengano poi conosciute. Per INTERLINK il nostro ruolo sarà anche questo, quello dell’Innovation Manager, per portare al tavolo tutte le parti coinvolte,” afferma Luigi Zanella, Head of Business Development & Innovation di Dedagroup Public Services. “Il nostro obiettivo è quello di contribuire alla creazione di tecnologie che possano essere rimesse a disposizione a livello europeo e riutilizzate anche al temine di questo progetto, così da arricchire il patrimonio comune dei building blocks esistenti e sostenere la trasformazione digitale della pubblica amministrazione in tutti i Paesi dell’Unione.”